Nuovi trend e lavoro
2. L’organizzazione dello smart-working
Solitamente, l’organizzazione della giornata lavorativa è scandita da momenti di attività e di pausa. I momenti abituali di pausa sono fondamentali per rigenerare le energie, ripristinare le funzioni cognitive e staccare fisicamente e mentalmente per un piccolo lasso di tempo. Rappresentano anche un momento in cui vengono coltivate le relazioni interpersonali tra colleghi.
Una gestione funzionale e organizzata del proprio tempo di lavoro non è facile da attuare. Uno degli aspetti negativi dello smart-working è che difficilmente ci si concedono pause fisse, bisogna auto-gestirsi il tempo giornaliero da dedicare al lavoro e al resto della propria vita sociale e familiare.
Lavorare da casa fa spesso sì che un lavoratore non stacchi mai a livello mentale, e a volte anche fisico, dal proprio lavoro. Il lavoro diventa, in questo modo, parte integrante della vita familiare. Col conseguente rischio concreto di aumento dello stress, si va incontro al burnout, una sindrome molto complessa caratterizzata da una sensazione di esaurimento e di distacco a livello mentale, o da un atteggiamento di cinismo rispetto al proprio lavoro, che porta ad un calo di rendimento e che può sfociare in uno sfinimento fisico ed emotivo.
Inoltre, per alcune categorie di lavoratori, come quelli che amano molto il proprio lavoro o quelli che lo usano per fare carriera e tendono a strafare, c’è un effettivo rischio di “workaholism” (stacanovismo), una vera e propria dipendenza dal lavoro. Non ci si reca fisicamente sul posto di lavoro, non c’è un orario di ufficio né di chiusura. C’è una connessione continua del dipendente con il proprio lavoro, effetto già accentuato dagli smartphone.
La cosa fondamentale da fare è organizzare il proprio orario lavorativo in modo chiaro, fissandone l’inizio e la fine e stabilendo anche delle pause. Bisogna poi rispettarlo, proprio come se fossimo in ufficio. Un’idea potrebbe essere quella di impostare delle sveglie durante la giornata. Inoltre, in queste situazioni, è di fondamentale importanza il ruolo dei superiori e dei dirigenti, che dovrebbero essere i primi a cogliere tempestivamente nei dipendenti gli eventuali campanelli d’allarme di burnout o workaholism, richiedere un immediato sostegno e fornire loro degli strumenti di aiuto.
Continua ► [3. Poter ripensare il luogo di lavoro]
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