Una guida dettagliata per chi vuole provare ad aiutare una persona dipendente. Parte 4.
Sei quasi pronto per questa importante conversazione. Hai un’idea di cosa potresti trovare ad affrontare. Conosci i meccanismi protettivi della psiche e cosa fare per evitare di cadere nel solito scenario. Hai analizzato i possibili vantaggi secondari e l’atteggiamento di aspettativa. Hai sistemato la tua resistenza. Ora puoi iniziare un dialogo.
Per prima cosa, parliamo delle “tecniche di sicurezza”.
- È necessario preparare lo spazio in cui si svolgerà il dialogo. È importante non essere disturbati da altre persone o dai tuoi figli, che non hanno affatto bisogno di ascoltare questa conversazione. Assicurati di scegliere un orario e un luogo convenienti.
- La persona amata dipendente deve essere sobria (non ubriaca, drogata, in stato di eccitazione per il gioco, ecc.) Questo è estremamente importante. È inutile condurre qualsiasi tipo di conversazione con una persona ubriaca o sotto l’effetto di qualche sostanza. Oppure, nel caso di stacanovisti, se sono vicini alla scadenza di un progetto.
- La conversazione non dovrebbe aver luogo durante un conflitto acceso. Se c’è stato da poco l’ennesimo scontro, questo non è sicuramente il momento giusto per iniziare una conversazione.
- Premurati di stabilizzare il tuo stato emotivo. Se sei nervoso, sconvolto o arrabbiato, rimanda questa conversazione.
- Una persona dipendente può mostrare aggressività. La sua personalità è alterata a causa della dipendenza e il soggetto si arrabbia in risposta all’“invasione” del suo spazio. È importante riservarsi la possibilità di chiedere aiuto (o chiamare la polizia) se ci si sente minacciati.
All’inizio del dialogo, dovresti fare di tutto per mostrare alla persona dipendente un’immagine reale di ciò che sta accadendo.
Ecco cosa potrebbe funzionare in questi casi:
● “Guarda come era prima”
Sarebbe positivo tornare al passato, al tempo in cui la persona non era ancora stata toccata dalla dipendenza: dovrebbe trattarsi di qualcosa di positivo, di bello. Tutto ciò che ispira va bene: vecchie fotografie, premi, lettere, storie. È importante toccare la memoria emotiva, risvegliarla e fare riferimento ai successi del passato.
Dopo, devi mostrare la situazione che c’è ora, nel presente, i cambiamenti in peggio che hanno avuto luogo.
Mostra le prove di com’erano le cose. E che ora non è rimasto più niente…
“Guarda queste vecchie foto che ci ritraggono insieme. Ce ne sono moltissime in cui siamo insieme, ai concerti, alle escursioni. Ora, invece, non c’è una sola fotografia di noi due… Negli ultimi sei mesi, siamo usciti solo per due eventi, uno dei quali è un funerale”.
● L’evidenza del cambiamento.
Fornisci alla persona amata le prove delle dinamiche negative. Sarebbe molto utile se la dinamica potesse essere quantificata:
“Prima guadagnavi questa cifra ed ora questa”, “Prima vedevi i tuoi amici una volta al mese. Andavi a sciare, andavi ai concerti. Ora sono passati 6 mesi dall’ultima volta che li hai visti”, “Avevo una pelliccia, ma l’abbiamo venduta per coprire i tuoi debiti di gioco. E non ne abbiamo mai comprata una nuova, anche se ce n’era l’intenzione…”
L’importante è non cominciare a lanciare accuse. Si tratta di una strada che porta dritto al solito percorso inefficace: non è assolutamente necessario andarci. Per evitarlo, devi controllare cosa dici e come lo fai: se le emozioni iniziano a sopraffarti, devi tornare ai fatti.
In seguito, puoi passare alle frasi motivanti.
Non usare frasi generiche, ma riferite al destinatario, per così dire. Il tono dovrebbe essere professionale, motivante, non implorante, non accusatorio, non aggressivo.
- Utilizza esempi autorevoli. Puoi citare l’esempio di conoscenti o persone famose (pubbliche) che hanno affrontato difficoltà simili. Preparati in anticipo questi esempi.
- Concentrati sull’ispirazione, mostra la tua fiducia nella persona amata: “Tizio e Caio riuscirebbero a smettere, e puoi riuscirci anche tu!”, “Hai un sistema di supporto forte: io, tua madre, il tuo amico Biagio. Siamo tutti qui per te!”
- Basati sui suoi risultati: “Ricordi di aver corso una maratona nel 2015? Ti ricordi come ti sei preparato? Quanto ci hai provato! E ce l’hai fatta! Puoi farlo anche ora!”
- Ricorda alla persona amata su cosa (e su chi) può fare affidamento per uscire da questa routine.
“Hai noi, che siamo la tua famiglia, hai un obiettivo nella vita ed è ancora realizzabile! Hai… TE STESSO! Non sei la tua dipendenza; sei più di questo!”
È importante tenderle la mano e chiarire che, dietro tutti questi comportamenti che creano dipendenza, c’è LA PERSONA AMATA e TU LA VEDI nonostante tutte queste difficoltà.
Invitala in uno spazio comune per risolvere questo problema: il vostro problema comune.
La self-therapy può essere uno strumento essenziale per la tua crescita personale ed emotiva.
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Non sei sicuro da dove iniziare?
È molto importante parlare delle risorse.
“Pensiamo a dove possiamo chiedere aiuto”.
Risorse sociali: centri di assistenza, servizi sociali e gruppi di supporto. Chiunque aiuti le persone non autosufficienti.
Amici, colleghi, hobby: “Il tuo capo ti ha sempre sostenuto”, “I tuoi amici sono sempre dalla tua parte”, “Il lavoro è importante per te, anche quello è una risorsa”, “Andiamo più spesso in quel canile, ci distrarremo e aiuteremo i cani”.
Risorse interne. Concentrati sulle qualità della persona amata, sui suoi risultati. Ricordale cosa può e riesce a fare se smette (ottenere una promozione, riprendere il suo hobby o il suo sport), ecc.
Parlate del percorso da fare per il recupero.
Pensate insieme a come affronterete le difficoltà.
Sarà sicuramente presente la voglia di quello a cui lui/ lei sta cercando di rinunciare. Anche in questo caso, devi parlare del supporto e di cosa fare in questa situazione:
- “Sarai attratto dal bere/fumare/giocare d’azzardo, ecc. Troviamo una persona con cui puoi parlare all’evenienza, a cui puoi rivolgerti se necessario.”
- Sviluppate insieme un piano con almeno cinque opzioni su “cosa fare se…”. Non guardate troppo avanti, fate che sia un progetto per i prossimi passi. Ad esempio: “Se la tua motivazione si indebolisce, puoi: a) chiamare il tuo amico Nicolò; b) andare a una seduta con lo psicologo; c) … d) … e) …”
State facendo un piano insieme: siete già una squadra.
È importante non trascinare la conversazione troppo a lungo. L’opzione migliore è non più di mezz’ora. Dopodiché, l’attenzione e la concentrazione si perdono e c’è un alto rischio di finire in una discussione infruttuosa, continuando a girare intorno al problema.
Dopo aver completato questa parte, procedi indicando quale sarà la tua posizione nel caso in cui tutto dovesse rimanere com’è.
Formula una frase che sia il più specifica e comprensibile possibile e rifletta la tua riluttanza a continuare a vivere come prima. Nella forma, non dovrebbe sembrare un ultimatum, anche se, in effetti, lo è. Ad esempio:
“Le cose devono cambiare, questa è una condizione per stare insieme come coppia. Per me i cambiamenti sono importanti. Non posso più vivere così. Devo vedere che anche a te interessa questo e che ci stai provando.”
Nei casi particolarmente difficili, quando non pensi di poter affrontare la conversazione da solo, puoi condurre un “intervento”.
Che cos’è un intervento?
La conversazione, in questo caso, non avviene tête-à-tête, ma in presenza di altre persone care al tossicodipendente. È necessario riunire una squadra di amici e familiari della persona dipendente, 3-5 persone che sono dalla tua parte. Dovreste porvi verso il problema in maniera simile. Imposta un intervallo di tempo (circa 30 minuti).
Sarebbe opportuno organizzare il tutto in modo che sia inaspettato per il tossicodipendente. Dovrebbe essere affrontato quando non se lo aspetta e non è pronto a difendersi.
Gli amici/familiari, a turno, parlano di ciò che li preoccupa: “Ho paura di quello che ti sta succedendo”, “Mi dispiace che…”, “Vedo che tu…”
Questo non consente al tossicodipendente di rimanere nella sua “zona di comfort”: diventa più difficile negare l’ovvio.
Deve vedere una sincera preoccupazione e ascoltare ciò che viene detto.
Quindi, puoi elencare i punti che abbiamo proposto nella prima versione della conversazione (risorse, percorso, supporto).
Bene… Hai tutte le informazioni e i consigli di cui hai bisogno. Ricorda, però, che i tuoi sforzi sono solo il 50%. L’altro 50% deve essere investito dalla persona amata. Può, quindi, succedere che né la formulazione corretta né gli script corretti aiutino. Devi accettarlo.
Per ora, speriamo che nel tuo caso il piano funzioni e che tu e la persona amata avrete la possibilità di affrontare il problema.
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