Mamma, perché stiamo in casa?

Come parlare del coronavirus e della quarantena con i tuoi figli

La situazione attuale solleva molte domande per i genitori: vale la pena spiegare ai bambini cosa sta succedendo o è meglio mentire e tacere? Come parlare, cosa dire, come comportarsi in generale?

Innanzitutto, in nessun caso dovresti toccare gli estremi:

  1. Non sta succedendo niente, va tutto bene e ti stai solo immaginando che qualcosa non vada.
  2. È una tragedia, moriremo tutti, quindi ci barrichiamo in casa e restiamo qui, spaventati.

La nostra opinione al riguardo è la seguente: se un bambino ha l’età per percepire e capire che ciò sta succedendo è qualcosa che va oltre l’ordinario, devi parlargliene. A maggior ragione se il bambino pone delle domande a riguardo.

Le tue spiegazioni devono tener conto dell’età e del livello di comprensione del bambino. Ad esempio, se il bambino è piccolo e la sua unica preoccupazione è che non può fare una passeggiata e andare in bicicletta, dovresti concentrarti solo su questo aspetto, senza cercare di spiegare la situazione nel mondo.

Per i bambini più piccoli, una malattia è un concetto completamente astratto e la vedono solo dal punto di vista delle sue conseguenze (non posso giocare con il mio amico o fare una festa di compleanno con tutti quelli dell’asilo).

Se tuo figlio è un po’ più grande, è importante spiegare perché per adesso dovete restare a casa. Scegli le parole che può capire a questa età e che gli trasmettano informazioni chiare senza spaventarlo. Le spiegazioni possono variare. Eccone una, adatta a un bimbo in età da scuola elementare:

“In questo momento, molte persone in diversi paesi del mondo sono malate. Ricordi quando lo scorso anno ti sei ammalato, non sei andato a scuola e non siamo andati a trovare nessuno per non far ammalare anche loro? Allo stesso modo, ora devi rimanere a casa, in modo che il virus non si diffonda e le persone si ammalino di meno. Qui siamo al sicuro e troveremo dei modi divertenti per passare il tempo. Cosa ti piacerebbe fare?”.

Se il bambino ha delle domande, non le liquidare, in nessun caso. C’è una forte tentazione di dire qualcosa come “capirai quando sarai grande” oppure “sì, va tutto bene! Cosa ti fa pensare che qualcosa non vada?”. Un bambino, anche un bambino in età prescolare, può vedere perfettamente e sente la tensione che c’è nell’aria, vede i suoi genitori ansiosi, sua nonna spaventata. Se non riceve alcuna spiegazione per quello che sta succedendo, è costretto a cercarla da solo. Credetemi: quelle interpretazioni sono molto peggio della realtà. È in tali situazioni che i bambini iniziano a dormire male e a sviluppare molte paure.

Meno informazioni arrivano dai genitori, soprattutto se il bambino è già in grado di ascoltare e capire parecchie cose, più ansia prova.

È molto importante spiegare al bambino, con calma e senza connotazioni negative, che la quarantena è una cosa importante e che è necessaria per non ammalarsi. È lo stessa cosa di indossare abiti più caldi quando fuori fa freddo: a) non è spaventoso; b) sarà breve; c) finirà presto. Ora dobbiamo semplicemente seguire delle regole.


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