Carlo stava tornando a casa dopo aver trascorso un fine settimana con un suo amico che viveva a poche ore di distanza. All’improvviso, d’impulso, ha deciso di fare un salto in una piccola città in cui i suoi genitori erano proprietari di una casa estiva. Non ci andava da molti anni: quando suo padre è morto, a 45 anni, la mamma ha venduto la casa. Non riusciva più ad occuparsene da sola… Era passato molto tempo da allora. Anche Carlo avrebbe compiuto 45 anni fra una settimana… Ha girato per la città e ha visto che la loro vecchia casa non c’era più. Era stata demolita e, al suo posto, era stata costruita una nuova casa moderna: le enormi vetrate riflettevano il sole della sera. Carlo ha sentito una fitta di dolore nel cuore e improvvisamente si è ricordato di una cosa che diceva sempre sua nonna: che nella loro famiglia gli uomini non vivevano oltre i 45 anni. Non sopravvivono, cedono il passo ai giovani. Come se la famiglia fosse maledetta: è successo a suo nonno, è successo a suo padre… Adesso c’è questa casa nuova di zecca al posto della loro vecchia casa… Carlo si è scrollato di dosso questa confusione mentale, è salito in auto ed si è avviato verso casa. Lungo la strada, ha caricato una donna che faceva l’autostop e che aveva bisogno di andare in città. All’improvviso, mentre guidava, Carlo ha avuto un attacco di panico. All’inizio, ha iniziato a tremare. Sentiva che la maglietta gli si era attaccata alla schiena, le sue mani erano diventate fredde e aveva la sensazione che nei polmoni non entrasse più l’aria. Carlo si sentiva così spaventato come non era mai stato in vita sua. Ma, in seguito, non riusciva a spiegare di cosa avesse paura. Ha girato il volante e si è fermato, finendo quasi nella cunetta. A differenza di Carlo, la donna ha capito subito cosa gli stava succedendo. Lo ha preso per mano e ha iniziato a guidarlo nella respirazione. Carlo non sentiva nulla, ma ha individuato una frase: “Non stai morendo, è solo un attacco di panico. Finirà presto! Hai bisogno di respirare!”. È venuto fuori che la donna era una psicologa. Gli ha dato un sacchetto di carta e gli ha chiesto di respirarci dentro. Poi ha iniziato a fargli varie domande. Ad esempio, “Che suoni senti in questo momento?”. Carlo pensava che fosse una domanda stupida, ma ha cercato di prestare attenzione ai suoni che sentiva e ha percepito che l’attacco stava passando…
Ognuno di noi può vivere una situazione come questa. Puoi trovarti accanto a una persona sopraffatta dal panico. Sarebbe utile sapere come aiutarla.
Come aiutare un’altra persona che sta avendo un PA:
- Prendi il soggetto per mano. Parla con lui con un tono calmo e rassicurante, per dare l’impressione di avere il controllo della situazione.
- Spiega al soggetto cosa gli sta succedendo. Digli che l’attacco di panico passerà in pochi minuti e che deve solo aspettare. Anche se ti sembra che non ti stia ascoltando, continua a spiegargli che, anche se i sintomi dell’attacco sono spiacevoli, non sono pericolosi, che non impazzirà, né morirà e che presto inizierà a stare meglio. Poiché la persona è molto spaventata, devi rassicurarla che starai con lei e non andrai da nessuna parte. Ad esempio, potresti dire: “Probabilmente stai avendo un attacco di panico. È una condizione molto spiacevole, terribile, ma non pericolosa. Io sarò proprio qui con te Gli attacchi di panico arrivano, ma passano sempre. Da un momento all’altro starai meglio. Questo stato è temporaneo. Non morirai né impazzirai. Fidati di me.”
In questo modo stai aiutando la persona a realizzare e ad accettare il proprio stato. Questo è importante, poiché “Sto avendo un attacco di panico” è molto meglio di “Sto morendo”.
Dopo, puoi descrivere ciò che stai osservando: “In questo momento potresti sentire…e quindi potresti fare…ci sono varie tecniche utili, ma, per cominciare, proviamo a respirare. Che ne dici?”
- Tienila al caldo: puoi strofinarle le mani, coprirla con una coperta, darle una borsa dell’acqua calda o una tazza di tè caldo.
- Aiuta la persona a gestire la respirazione: questo inizierà a ridurre i sintomi. Proponile di respirare in un sacchetto di carta attaccato alla bocca, oppure di intrecciare le mani e respirare dentro l’incavo ottenuto. In questo modo, il livello di CO2 aumenterà e la respirazione si normalizzerà.
- Suggerisci al soggetto una tecnica di respirazione qualsiasi. Controlla il processo, guidando il respiro del soggetto: “inspira – espira”, inspirando a fondo ed espirando rumorosamente attraverso la bocca. Respirate contando fino a 6: 1-2 inspira, 3 trattieni, 4-5-6 lunga espirazione fino allo svuotamento dei polmoni. Respira insieme a lui.
- Distogli l’attenzione della persona. Suggerisci di contare alla rovescia da 100 a 1, di giocare a giochi di parole, di contare gli oggetti di un certo colore. Chiedile di descrivere nei dettagli un cartellone o un poster.
Sarà utile anche ogni tecnica degli articoli precedenti. La cassetta degli attrezzi che abbiamo creato per te sarà utile anche in questa situazione.
Questo è, fondamentalmente, tutto ciò che volevamo dirti sugli attacchi di panico e su cosa fare se uno di questi si verifica all’improvviso.
Ti ripetiamo ancora una volta che gli attacchi di panico hanno sempre delle ragioni, ma che, di regola, sono profondamente nascoste. È meglio cercarle insieme a una guida, uno psicologo.
A proposito, anche Carlo ha iniziato a vedere uno psicologo, la stessa donna che lo ha aiutato quando stava tornando a casa. Lei gli aveva dato il suo biglietto da visita. È venuto fuori che la profezia di sua nonna “gli uomini della nostra famiglia non vivono oltre i 45 anni”, in combinazione con la nuova casa che ha sostituito la vecchia, ha risvegliato in Carlo la paura della morte. Lui ha cercato di ignorarla, ma la paura si è manifestata in una forma diversa.
Gli attacchi di panico possono essere curati! Conosciamo molti casi come questo! E questo è incoraggiante, non è vero?
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