In attesa di una diagnosi

Le cose brutte accadono. A volte noi, o i nostri cari, dobbiamo attraversare un periodo difficile di attesa dei risultati di analisi, esami o affermazioni del medico, che possono dividere la vita in “prima” e “dopo”.

L’attesa consuma un’enorme quantità di forza. La suspense è più terribile di una diagnosi chiara. La sensazione di disastro imminente ci priva dell’opportunità di mangiare, di  dormire bene e di goderci la vita.

Cosa succede se ?..

Quando sono in pericolo la salute, la qualità della vita e persino la vita stessa, attraversiamo le stesse fasi di quando subiamo un lutto, ed è bene sapere come possiamo aiutare una persona cara o noi stessi lungo questo cammino.

Come aiutare un’altra persona:

dire ad alta voce che TUTTI sarebbero preoccupati, proprio tutti. È normale essere preoccupati in una situazione del genere. Questo permetterà a questa persona di ammettere le proprie ansie, di non fuggirle, e l’aiuterà anche a sentirsi una persona normale.

offrile l’opportunità di parlare delle sue ansie, ascolta le sue preoccupazioni senza tentare di interferire e sdrammatizzare;

chiedi di che tipo di aiuto/supporto ha bisogno in questo momento. In cosa potresti essere d’aiuto ora?

proponiti per aiutare a stabilire la probabilità di un determinato risultato. Ad esempio, il soggetto teme un’infezione da HIV, ma non vive in una delle zone a rischio e non ha avuto rapporti non protetti. Nonostante il fatto che ci siano sempre delle probabilità, in questo caso sono estremamente poche, plausibilmente.

aiutala a distrarsi nel periodo di attesa: andate da qualche parte, fate un’attività interessante, immergetevi nel lavoro. Qualunque cosa sarà meglio del vivere in angoscia e in balia di debordanti ondate di ansia;

chiedile quale consiglio darebbe a un amico con le sue stesse ansie. “Cosa è meglio fare per far fronte a questa situazione?”

chiedi: Puoi fare qualcosa adesso?”. A volte, questa domanda riporta alla realtà da un mondo di cupe premonizioni e ipotesi.

Cosa non è consigliato:

proibire di “pensare al peggio”. Se una persona è preoccupata, lo farà comunque, ma si concentrerà solo sui pensieri dolorosi;

dire frasi del tipo: “A cosa serve stare così?”, “Stai pensando troppo”, “Calmati”, “Non ci pensare!”. Tutto ciò svaluta l’ansia della persona e gli dà una ragione per dubitare dell’adeguatezza dei suoi sentimenti e di sé stessa;

Come aiutare te stesso:

ammetti la tua ansia, dillo a voce alta: “Sì, sono preoccupato e impaurito ora”. Sarebbe estremamente utile se tu riuscissi a capire di cosa si tratta esattamente: le paure senza un nome sono le più forti;

  parla con qualcuno, non rimanere da solo con questi pensieri. Condividi le tue preoccupazioni con una persona che può supportarti. Sarebbe meglio se questa persona non appartenesse alla tribù dei “fanatici ottimisti” che preferiscono non notare i sentimenti e le emozioni “cattivi”;

se l’ansia è così forte da essere letteralmente paralizzante, prova a scendere a patti con lei: “Mi preoccupo così tanto che l’ansia mi impedisce di lavorare/dormire/fare le cose necessarie. Quindi alle 19.30 libererò l’ansia e mi preoccuperò per 20 minuti senza interruzioni”. Allontana mentalmente l’ansia e fai altre cose: alle 19:30, siediti e pensa a tutte le opzioni più terribili. Poi, alle 19.50 vai a fare qualcosa di utile o di piacevole;

ricorda a te stesso che il tuo essere ansioso non influirà sul risultato. Al momento, hai fatto tutto il possibile e non puoi fare nient’altro;

se l’ansia ti travolge, fai degli esercizi di respirazione, fai esercizio fisico, disegna la tua paura. Puoi usare ogni tecnica raccomandata per affrontare l’ansia, la paura.

Ti auguro buona salute.

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