Famiglia disfunzionale

Non scegliamo la famiglia in cui nascere. A volte, destino vuole, si nasce in una famiglia disfunzionale. Scopriamo come riconoscerla e di cosa è foriera.

Ecco come è strutturata più comunemente:

• Negazione dei problemi.

In famiglia va tutto bene, è tutto fantastico. Se qualcuno la pensa diversamente, lo zittiamo e lo ignoriamo. Non importa se papà beve, se la mamma è emotivamente fredda e le persone in casa non si parlano per giorni. Non se ne discute. Non ci interesseremo di come stanno gli altri membri della famiglia.

Risultato: risentimento e rabbia accumulati.

• Regole e ruoli rigidi.

Ognuno ha i propri doveri. Il papà deve guadagnare i soldi, la mamma deve crescere i figli, i bambini devono studiare sodo e aiutare la mamma, la nonna deve fare da babysitter ai nipoti, ecc. I desideri personali non contano, non vengono discussi.

Ognuno ha i propri ruoli. Papà è forte, mamma è gentile, il figlio maggiore è intelligente, il minore ha un bell’aspetto e la nonna è pazza.

La deviazione dai ruoli prescritti è disapprovata, repressa o ignorata.

Risultato: mancanza di percezione di sé, non consapevolezza dei propri desideri, incapacità di considerare i desideri degli altri, ipersensibilità alle opinioni altrui. In questo caso il rapporto con i genitori è pieno di ansia.

• Conflitti frequenti

I membri della famiglia possono sfogarsi per lo stesso problema, ma il problema non viene risolto. Possono urlare, fare prediche e rimproverarsi a vicenda, possono sentirsi feriti, ma non sono in grado di trovare un accordo.

Risultato: la tendenza ad essere conflittuali ed esplosivi (quando si cerca di allentare la tensione), o al contrario, la tendenza a eludere i conflitti e a essere timidi (quando si cerca di evitare la tensione).

• Fusione.

“Noi” invece di “io”. Ogni membro della famiglia parla per conto della famiglia, non per proprio conto. Stiamo avendo problemi: non abbiamo superato gli esami. Abbiamo preso brutti voti questo semestre. Non siamo di buon umore (quando il papà è arrabbiato, per esempio). Se qualcuno ha perso le chiavi, l’intera famiglia deve cercarle. Se qualcuno è arrabbiato per qualcosa, tutti devono andare in giro con la faccia triste.

Risultato: i membri della famiglia non sono in grado di rendersi autonomi e vivere la propria vita. I bambini e i genitori non possono, letteralmente, vivere l’uno senza l’altro. Non capiscono dove finisce una persona e inizia l’altra.

• Un sistema chiuso.

Una famiglia senza legami esterni. I genitori non hanno amici: né amici comuni né amici individuali. I bambini non hanno amichetti che vanno a trovarli. Il contatto con il mondo esterno è limitato. Tutte le connessioni emotive avvengono all’interno della famiglia. La mia felicità dipende dalle azioni di mia madre; la felicità di mia madre dipende dalle mie.

Risultato: dipendenza emotiva l’uno dall’altro e incapacità di costruire legami emotivi con le altre persone.

Probabilmente, ti starai chiedendo perché. A che scopo dovresti andare a fondo e capire tutto questo? Ciò che è passato, è passato. Ora hai una vita adulta differente.

Hai una vita adulta adesso, è vero. Ma è davvero differente? Questa è una bella domanda. Perché, guardando più da vicino, stai utilizzando gli stessi schemi nelle tue relazioni adulte, molto probabilmente. Come si suol dire, agiamo come ci hanno insegnato. Questo potrebbe essere il motivo per cui non ti piace il risultato.

Per avere un risultato diverso, devi analizzare dove hai preso questo modello distruttivo, perché lo stai usando e quali alternative ci sono.

A quel punto, potrai dire di aver fatto il primo passo per migliorare le tue relazioni.

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