Abusi durante il lockdown. Come proteggersi?

Negli scorsi articoli abbiamo esaminato tutti i lati e le sfumature degli abusi e scoperto la cosa più importante: in sostanza, devi fuggire da qualcuno che ti usa violenza, ti ingiuria o ti ferisce in qualsiasi altro modo. Tuttavia, le relazioni di abuso in quarantena sono una storia a parte.

In molti paesi, in condizioni di quarantena si è avuto un aumento fino al 30% del numero di vittime di violenza domestica in cerca di protezione. Perché questo aumento della violenza?

1. Consumo eccessivo di alcol.

Aumento dell’ansia generale nei confronti della società, restrizioni e crescente incertezza: tutto ciò porta gli individui emotivamente instabili, tra cui rientrano spesso i maltrattatori, a ricorrere a mezzi collaudati per alleviare la tensione. Lo stress non viene davvero alleviato dall’alcol, mentre aumenta la disinibizione, il che provoca un’ondata di aggressività “di punto in bianco”.

2. Rabbia verso le circostanze, il governo, la situazione in generale.

Questa è un’altra ragione. Naturalmente, è impossibile dirigere l’aggressione “verso le parti responsabili”, ma ci sono quelle vicine su cui può essere facilmente reindirizzata.

3. Barriere sociali confuse e regole poco chiare.

Durante i periodi di tensione, ad esempio in tempo di guerra, c’è la sensazione che nessuno presterà attenzione alle “inezie” che resteranno impunite: puoi saccheggiare, commettere atrocità, agire in modo molesto e così via. Su scala globale, nessuno lo noterà, il che significa che puoi usare i pugni e nessuno lo saprà.

4. Un numero elevato di situazioni irritanti.

Ci sono molte situazioni snervanti in uno spazio ristretto: bambini urlanti, vicini stupidi che hanno deciso di fare alcuni lavori di ristrutturazione, e non ci si può allontanare dal rumore del trapano, la necessità di svolgere tante mansioni per via telematica, l’impossibilità di dedicarsi ai piaceri abituali come incontrare gli amici o frequentare il bar dello sport (o vedere un’amante) il venerdì. Naturalmente, tutto ciò aumenta i livelli di stress e la probabilità di una “esplosione”.

La quarantena ci costringe a stare in uno spazio ristretto con i membri della nostra famiglia, quasi senza possibilità di andarcene, di uscire di casa a lungo, di “cambiare posto” in qualsiasi momento. Se all’interno della famiglia va tutto bene, allora non ci sono problemi particolari, benché, anche nelle famiglie “normali”, passare 24 ore al giorno insieme può essere difficile. Cosa succederebbe se l’aggressore e la vittima fossero insieme e non ci fosse davvero modo di andarsene in questo momento?

Come si possono ridurre i rischi potenziali?

● Seguire le regole dell’aggressore, non provocarlo, “evitare” le dispute il più possibile, concordare con lui e minimizzare i conflitti.

Poiché un sistema chiuso prevede determinate regole di sicurezza, è necessario osservarle. Naturalmente, l’eccezione è una minaccia per la salute e la sicurezza: in questa situazione non bisogna “minimizzare” nulla, ma è necessario mettersi in salvo.

● Poiché l’ego dell’aggressore subisce gravi danni in quarantena, è necessario bilanciare questo effetto il più possibile: elogiare, sostenere, distogliere la sua attenzione dall’impossibilità di fare ciò che desidera. Una sorta di manipolazione che può evitare di fargli “perdere le staffe”.

● Se possibile, allontanati geograficamente. Puoi andare da tua madre (sarebbe l’ideale), in campagna (ottima soluzione). “Chiaramente lo faccio per il tuo bene, tesoro, è difficile per te lavorare in queste condizioni”.

● Non criticare, non discutere, “non far caso” alle frasi spiacevoli. Evita di fornire una “buona ragione” ai suoi attacchi violenti, stai al gioco dell’aggressore, in modo che non finisca con un pestaggio.

● Tieni presente che raramente gli autori di abusi smettono perché ci si dichiara d’accordo con loro, hanno bisogno di “sfogarsi”, quindi va bene consentire piccole provocazioni “controllate” che causano conflitti e concedono all’aggressore il suo “sfogo”. Qui devi concentrarti su ciò che sai dell’aggressore, non ci sono raccomandazioni universali.

● Prepara una “borsa d’emergenza” coi documenti e le cose indispensabili nel caso in cui sia necessario uscire rapidamente (scappare). Prendi i passaporti (il tuo e quello dei bambini), le tessere sanitarie, etc. Potrebbe essere necessari per rimanere in un rifugio temporaneo.

● Ottieni il supporto degli amici che sai essere sicuramente dalla tua parte, escogita una “parola d’ordine”, che faccia capire loro che hai bisogno di aiuto immediato, se la sentono in una conversazione telefonica o la leggono in un messaggio. Bisogna concordare in anticipo un piano d’azione per questa evenienza. 

E, soprattutto: tutto questo deve essere solo una misura temporanea per sopravvivere ad un periodo difficile con perdite minime. Le persone possono stare insieme e sopravvivere ai tempi difficili di una pandemia, una guerra, una crisi, una qualunque situazione di emergenza, ma vivere in queste condizioni in modo permanente è impossibile. Altrimenti, questo non è vivere, ma sopravvivere.

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