Quindi, ti sei reso conto che soffri di perfezionismo, che questo aspetto è cresciuto dentro di te come specie invasiva e ha propagato i suoi germogli in tutte le aree importanti della tua vita: lavoro, relazioni, hobby. Di norma, agisce esattamente in questo modo: comincia in un’area e poi si diffonde, come le erbacce infestanti. Ma chi ha piantato il seme iniziale? Da dove proviene?
Chiaramente, proviene dal luogo da cui derivano tutti i nostri tratti psicologici: dall’infanzia. Sappiamo che questa risposta è un cliché, ma non possiamo farci nulla… Tutti i tratti personali disfunzionali si formano sotto l’influenza della propria famiglia. I genitori e gli altri caregiver sono le persone più importanti nella vita di un bambino. La loro influenza è indiscutibile, innegabile. Ogni bambino vede i suoi genitori come se fossero degli Dei: sono impeccabili, sempre nel giusto, non sbagliano mai. Pertanto, qualsiasi parola detta in modo casuale entra nella mente e nella memoria del bambino e vi rimane fino a quando “non arriva il suo momento”.
Nicoletta è andata a prendere la figlia di quattro anni all’asilo. Le si è avvicinata un’altra bambina, che la fissava con interesse. “Tu chi sei?” – le ha chiesto la bambina incuriosita. “Sono Nicoletta, la madre di Angela. E tu chi sei?” – ha replicato Nicoletta con un sorriso. “Sono una sciattona” – ha risposto la bimba.
Sappiamo che ciò che ha detto non erano i suoi pensieri, ma l’opinione dei suoi genitori, che lei ha fatto sua. E risuona con forza: non è solo una parola, è un NOME! Questo è il modo in cui lavorano le convinzioni che acquisiamo nell’infanzia.
Cosa, nello specifico, può portare al perfezionismo:
• Regole severe all’interno della famiglia
“Non puoi alzarti da tavola prima di aver finito di mangiare”, “Non puoi andare a giocare finché non avrai pulito la tua stanza e rimesso tutto in perfetto ordine”. Quando i genitori richiedono al bambino di essere impeccabile e di raggiungere sempre il massimo risultato in qualsiasi compito, indipendentemente da ciò che il bimbo vuole, è molto probabile che quest’ultimo cresca perfezionista.
• Quando i genitori sono concentrati sul successo e sui risultati
Sì, è così! In questo caso, i genitori affermano che il bambino deve essere uno studente eccellente, un campione nello sport, il vincitore di ogni competizione. Ottenere, ottenere, ottenere! Non importa cosa vuole, cosa sogna, deve essere il migliore! Il bambino probabilmente diventerà un superbo…
Una nota conduttrice di tg parlava con orgoglio dei risultati di sua figlia, che aveva voti eccellenti e si sforzava sempre di essere la migliore, la prima in tutto. Ha detto che, indipendentemente dal voto che prendeva sua figlia, lei le diceva sempre: “Puoi fare di meglio!”. In questo modo, la figlia era motivata a sforzarsi di ottenere i risultati migliori.
Riuscite a immaginare un bambino che non è mai in grado di raggiungere l’accettazione completa e incondizionata del suo successo? Non importa quello che riesce a fare, gli dicono sempre che “può fare di meglio, deve sforzarsi di più”. È come far camminare un asino facendogli inseguire una carota appesa davanti al suo muso: la motivazione sotto forma di un premio irraggiungibile.
• Richieste e aspettative eccessive dei genitori
Il desiderio nevrotico di essere perfetti e l’incapacità di essere soddisfatti di sé stessi possono formarsi a causa delle frequenti critiche e dell’assenza di sostegno e di amore da parte dei genitori.
“Hai preso una B al compito? Perché non una A?”
“Sei arrivato soltanto terzo? Ti ho detto che se non ti sforzi di più non arriverai da nessuna parte!”
• Emulazione delle strategie genitoriali
Se uno dei genitori è un perfezionista, il bambino probabilmente “erediterà” questo tratto. I bambini spesso copiano i loro genitori.
Liliana era ansiosa e obbediente. Ogni sera metteva i vestiti dei suoi tre figli sulle loro sedie nell’ordine in cui li indossavano, riempiva i loro portapranzo con lo stesso cibo e aggiungeva il condimento nello stesso angolo. Sua figlia maggiore Naomi ha iniziato a fare la stessa cosa quando ha lasciato la casa dei suoi genitori. Si è comportata come sua madre.
• Disfunzioni all’interno della famiglia: “Non ti amerò se non…”
I genitori dei bambini perfezionisti spesso esercitano un’enorme pressione su di loro. Impongono una strategia per evitare i fallimenti e la presentano come un assioma.
“Se non sei il migliore, non servi a nessuno!” – dice un padre irritato al figlio di 7 anni dopo la prima lezione di arti marziali.
“Claudia, cerca di non dimenticare nulla! Metti tutto nello zaino, poi tiralo fuori e controlla tutto ancora una volta. Assicurati di aver preso tutto ciò di cui hai bisogno e che sia imballato bene e correttamente. Se dimentichi qualcosa, sarà un grosso inconveniente”.
Quando un bambino commette un errore minore e non raggiunge il successo completo, i genitori esprimono la loro disapprovazione e mostrano rifiuto (“vai a riflettere su quello che è successo”). Continuano a farlo finché il bambino non raggiunge il successo. Essere il migliore, raggiungere risultati: questo diventa l’unico modo per guadagnare l’amore dei genitori e, in futuro, l’amore in generale. Un perfezionista non è degno nemmeno del proprio amore se non ha ricevuto e meritato una “medaglia d’oro”.
Quando un bambino riceve amore solo quando fa qualcosa in maniera perfetta, capisce rapidamente come funzionano le cose. L’“amore” che ottiene dipende da molti requisiti, quindi il bimbo merita l’accettazione solo se vengono soddisfatte determinate condizioni.
Caterina, durante una sessione di terapia, ci ha detto: “Solo all’età di 34 anni ho capito che non devo lavare il pavimento di casa per essere amata (questa era la fissazione di mia madre) e che qualcuno possa amarmi senza un motivo particolare. Ho stentato a crederci per quattro anni”.
Se un bambino riceve amore in base ai risultati, crescendo cercherà di essere perfetto per accettare sé stesso. I risultati, l’impegno e gli sforzi sovraumani gli consentono di formare la propria immagine di sé. Pensa di acquisire valore agli occhi delle altre persone soltanto attraverso i risultati ottenuti.
Saverio ritiene insignificante e senza valore tutto ciò che non gli costa molto impegno. Ha molto talento e riesce a realizzare molte cose con facilità, ma è in grado di apprezzare solo le cose difficili da ottenere. E anche quello non dura a lungo. Tutto il resto gli sembra privo di significato.
Il perfezionismo può assumere molte forme. In generale, questo tratto si applica a tutti gli ambiti della vita, ma ci sono alcune aree che, di regola, diventano dominanti:
Perfezionismo di sé. Una persona ha standard molto elevati nei confronti di sé stessa. Si valuta costantemente, monitora le proprie parole e le proprie azioni. Il suo desiderio di essere perfetta è la sua motivazione principale.
Perfezionismo sociale. È simile al tipo precedente e vi è spesso strettamente correlato. Il soggetto sente il bisogno di soddisfare le aspettative delle altre persone e di ottenere la loro approvazione e le loro lodi. “Se gli altri non mi approvano, cado nella disperazione, perché significa che non sono niente…”
Perfezionismo dell’altro. Una persona ha standard molto elevati nei confronti delle altre persone. Spesso usa le frasi “Dovrebbero”, “È il loro lavoro!”. Una persona con questo tipo di perfezionismo ha molte credenze e aspettative riguardo le altre persone: “Devono essere perfette e non commettere mai errori, e io giudicherò le loro prestazioni”.
Perfezionismo generale. Alla base di questo tipo di perfezionismo c’è la convinzione che al mondo tutto debba essere corretto, giusto e ordinato. Tutto ciò che non soddisfa questi criteri viene rifiutato.
Questo è il quadro generale…Il rendimento eccessivo diventa l’obiettivo principale. È impossibile godersi la vita sostenendo una visione del mondo del genere. E intanto la vita scorre…
Che cosa si può fare? Lo scopriremo nel prossimo articolo…
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