Cos’è la fiducia di base?

Il concetto di fiducia di base è stato introdotto per la prima volta dallo psicologo e storico americano Erik Erikson. La fiducia di base è molto importante e si forma durante i primi anni di vita (I vari ricercatori definiscono questo periodo di tempo in modo differente, da uno a tre anni). Se il bambino si sente amato e il suo legame con i caregiver non è disfunzionale, formerà la fiducia di base.

Nei primi mesi di vita, un bambino non si distingue come “separato” dai propri caregiver. Si sente “unito” a sua madre. È un istinto naturale: senza la madre, il bambino non sarebbe assolutamente in grado di soddisfare i suoi bisogni e, quindi, non sarebbe in grado di sopravvivere.

In questa fase, se la madre è sempre vicina e accorre al primo segnale, se tiene in braccio il bimbo e non lo lascia da solo incustodito a lungo, allora il bambino darà forma a una certa ottica, che applicherà anche alle altre persone e al mondo nel suo insieme. Questa percezione è la fiducia di base, un fondamento della personalità del bambino. Questa fiducia non ha nulla a che fare con la cieca ingenuità o con il vedere il mondo attraverso lenti rosa. È una sensazione solida e sicura di calma, di tranquillità e di fiducia che l’ambiente sia sicuro. È come avere un terreno solido sotto i piedi, la sensazione di essere sostenuti.

Quando questo bambino cresce, non dubita della sua importanza e del suo valore per le altre persone e per il mondo in generale. È un regalo inestimabile, forse il più prezioso che i genitori possono fare ai propri figli. Questo crea le basi per un futuro fiducioso, senza ansia.

Liliana sa da sempre che non sarà mai sola, qualunque cosa accada. I suoi genitori, suo fratello e sua sorella la aiuteranno. E ci sono molte persone meravigliose a questo mondo, che la sosterranno nelle situazioni difficili. Quando sente la sua amica dire che “nessuno ha bisogno di nessuno” o “ognuno pensa per sé”, non è d’accordo con lei. Cerca di dimostrarle il contrario e non riesce proprio a capire perché lei la pensi in questo modo. Liliana ha un ricordo bello e caloroso dei primi anni della sua vita. Il suo primo ricordo è di lei seduta in grembo a sua madre, che le accarezza i capelli e le dice: “Tu sei il mio raggio di sole”.

Liliana è cresciuta sentendosi importante e amata dalla sua famiglia. Poiché i parenti adulti rappresentano il mondo intero per un bambino, questa percezione si applica al mondo in generale.

Se, per qualsiasi motivo, non si forma una profonda fiducia di base, allora il soggetto avrà molte difficoltà a creare legami profondi con le altre persone. Avrà sempre in mente un pensiero assillante: “E se mi lasciasse?”.

Come avviene tutto questo?

Il primo scenario è ovvio: i genitori sono assenti. Bambini adottati, orfani, bambini che frequentano l’asilo nido fin dai primi giorni di vita, ecc.

Ad ogni modo, a volte i genitori sono fisicamente presenti, ma emotivamente non disponibili. I bambini non riescono a stabilire un legame con loro. I genitori sono chiusi, freddi, non instaurano una relazione con il bambino, ignorano i suoi bisogni…non accorrono dal bimbo che piange, non lo abbracciano, non gli mostrano affetto, non lo prendono in braccio. Molto spesso questo avviene sulla base di detti come questi: “Non dobbiamo viziarlo”, “Non dovrebbe abituarsi a stare in braccio”, “Deve imparare a calmarsi da solo”, ecc.

Quando Anna ha avuto un figlio, voleva fare tutto “nel modo giusto”, ma non era molto chiaro quale fosse questo modo. La nonna di Anna era un’insegnante con 50 anni di esperienza lavorativa con i bambini. Le ha consigliato, con sicurezza: “Dovresti allattarlo ad orari precisi, non tenerlo troppo in braccio; è un maschio, non ha bisogno di troppo affetto”. Anna cercava di rispettare gli orari con le lacrime agli occhi, aspettando che le fosse concesso di allattare il piccolo Mark che piangeva per la fame. È riuscita a farlo per tre giorni, poi ha deciso di ignorare le raccomandazioni di sua nonna. Per fortuna ha preso questa decisione.

Ci sono molte persone che semplicemente non potevano formare questa fiducia di base, non avevano nessuna chance. Non è colpa loro, né dei loro genitori. A volte i genitori dovevano lavorare e i bambini frequentavano l’asilo nido sin dai primi mesi di vita. E molte teorie del secolo scorso su quale fosse la “corretta educazione” erano completamente sbagliate. Per fortuna adesso la situazione sta cambiando.

Se non si forma la fiducia di base, l’indicatore interno che aiuta a valutare l’ambiente e gli eventi segnala un vago senso di pericolo e non ti consente di rilassarti e di essere felice. Ti tiene sempre all’erta. Questo accade perché ogni abbandono è percepito come una sconfitta. Hai la costante sensazione di non essere amato da nessuno e che nessuno abbia bisogno di te. In un film c’è questa citazione: “Non sarei mai dovuto venire al mondo”. Quando provi questi sentimenti, la tua vita non può essere felice e gioiosa.

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