Resta lì, no vieni qui!

Oggi ti presenteremo un estratto del corso sulla Controdipendenza.

La controdipendenza è un particolare schema di costruzione delle relazioni.

Si manifesta quando una persona evita di “connettersi” con un’altra in alcune situazioni intime. I tipi di situazioni sono individuali per ognuno. C’è chi scappa di fronte all’idea di vivere insieme e chi scappa ogni volta che vengono presentati i programmi per il fine settimana.

La controdipendenza viene spesso paragonata alla codipendenza, oppure vengono viste come contrapposte l’una all’altra. Ma la codipendenza non è l’opposto della controdipendenza; questo è un concetto fondamentalmente sbagliato.

Controdipendenza e codipendenza possono coesistere (il che, tra l’altro, accade molto spesso).

Codipendenza e controdipendenza condividono le stesse fondamenta: un’esperienza dolorosa che fa temere alle persone il dolore dell’abbandono e del rifiuto. Tuttavia, si può essere salvati da questi ipotetici pericoli in diversi modi.

Le persone codipendenti sono spesso esperte della fusione dolorosa di cui hanno bisogno o hanno idee precise su come vorrebbero fondersi in una persona sola. Iniziano così a riorganizzare diligentemente la relazione e il loro partner per far sì che si adattino a questo scenario. Il pensiero centrale che alimenta l’idea è “se non sono con te, non esisto”.

Le controdipendenti, d’altra parte, evitano le diverse forme di unione e d’intimità per proteggersi dal pericolo psicologico che conoscono così bene, data l’esperienza passata.

Controllano i livelli di libertà negli aspetti che per loro sono importanti, arrivando persino a lottare per quella libertà. Se incappano in qualcosa che minaccia la loro libertà, si sentono come animali in gabbia, percepiscono un senso di ineluttabilità, di una situazione insopportabile.

Hanno, pertanto, il desiderio di uscire dalla situazione il più velocemente possibile, di tagliarla fuori dalla propria vita, di fermarla o addirittura di fuggire. Le persone controdipendenti seguono anche uno schema specifico nel costruire le relazioni.

L’uomo non si sviluppa mai in maniera uniforme, un po’ come una torta con bordi di diversa altezza. Alcune parti sono più adeguate, mature e sane, altre parti possono consistere in strategie correlate alla controdipendenza e alla codipendenza. Alcune parti potrebbero voler impegnarsi molto nelle relazioni, mentre altre potrebbero volerle evitare.

Una delle metafore più calzanti che abbiamo trovato sulla controdipendenza è la “prigione” dell’intimità. Vediamo di cosa si tratta.

All’inizio della relazione va tutto bene e per un po’ è tutto tranquillo. Nel momento in cui uno dei partner percepisce un “pericoloso livello di intimità”, però, iniziano i giochetti della controdipendenza.

Il partner controdipendente dimostra ambiguità nel proprio comportamento. Può esprimere i propri desideri e, ad un certo punto, evitare i propri stessi desideri: resta lì, vieni qui; vai via, stammi vicino; il tutto allo stesso tempo. L’altro partner è spesso sorpreso e confuso e non capisce cosa si desidera da lui. I tentativi di chiarire questi comportamenti e le relative motivazioni spesso non portano da nessuna parte.

I controdipendenti stessi potrebbero non essere consapevoli dei loro “doppi messaggi” e raramente comprendono che c’è qualcosa di sbagliato in loro. Di conseguenza, il partner viene lasciata solo ad affrontare il problema, in quanto la persona controdipendente evita la partecipazione, ma prende anche le distanze ed è cieca al problema. Ad esempio: “Di cosa stai parlando, cosa ti inventi?”.

In questi momenti di lontananza, il soggetto controdipendente si tiene molto impegnato. Comincia ad occuparsi di qualunque cosa, non ha tempo. Questo può far arrabbiare il partner, perché gli sembra che la persona amata lo eviti, ed in più ha la netta sensazione che perda tempo.

Ad esempio, può essere importante per un controdipendente pensare a cosa indosserà per lavorare il giorno successivo e si preparerà con cura per un giorno qualunque, senza una ragione particolare. “È proprio per questo che non posso abbracciare i miei cari, passare una serata insieme o fare sesso: sono molto occupato”. È così che appare l’evitamento nei momenti rischiosi.

Ecco un altro esempio che riflette i giochetti ricorrenti che derivano dalla controdipendenza.

Un controdipendente mostra i suoi sentimenti, dicendo che vorrebbe incontrarti, che gli manchi. Il partner risponde contraccambiando e si prepara all’incontro. Allora il controdipendente sente, improvvisamente, un senso di pericolo imminente e sceglie altre faccende invece dell’incontro. Di solito questi “altri impegni” non sono urgenti o importanti. Il partner è perplesso. Era stata concordata una data, ma a un certo punto tutto è saltato tutto per qualche motivo sconosciuto. Quando gli vengono fatte delle legittime domande a riguardo, del tipo “cosa sta succedendo?”, il controdipendente risponde che i suoi affari personali sono estremamente importanti (e in verità, questi “affari” a volte possono persino essere qualcosa che la persona di solito non fa affatto) e non possono essere rinviati (e ci crede davvero).

Di solito la persona controdipendente non si rende conto di questo momento di evitamento. Se il partner si arrabbia per il mancato incontro, la persona controdipendente reagirà a questo comportamento con una tensione accentuata. E questa tensione gli fornirà la scusa per allontanarsi ancora di più. Il partner sarà lasciato solo con le proprie emozioni, senza supporto e comprensione; il controdipendente si terrà a distanza finché le cose non si calmano. Questo ciclo può avvenire regolarmente, ripetendosi ogni settimana e ogni mese.

L’interrogativo principale che tormenta tutti, sia la persona controdipendente che il suo partner, è: perché sta accadendo tutto ciò?

Ad un certo punto (diverso per ognuno), la persona controdipendente inizia a sentirsi minacciata e, inoltre, sente un desiderio impellente di allontanarsi, di troncare i contatti o almeno di ridurne significativamente l’intensità.

Queste vicende possono accadere una tantum, ad esempio, se succede qualcosa all’interno della relazione (una conversazione, una proposta o l’essere stati troppo bene insieme), oppure possono essere ricorrenti, come se il controdipendente oltrepassasse ripetutamente, all’interno del rapporto, una soglia che lo spaventa. Dopo questi “casi”, c’è un improvviso calo della comunicazione.

La controdipendenza ha un certo andamento ciclico. Molti di voi lo conoscono come l’analogo, popolare gioco chiamato “caldo e freddo”. A volte viene erroneamente preso per un complesso gioco di strategia (esiste una strategia di questo tipo, ed è utilizzata da ragazzi o ragazze che attirano gli altri, cercando di legare le persone a loro in un modo particolare), ma è stato costruito sulla base del comportamento nelle relazioni dipendenti. Nella nostra situazione, “vieni qui, resta lì” è un comportamento naturale ed è una manifestazione incontrollabile della controdipendenza.

L’andamento ciclico del comportamento controdipendente è il seguente:

  • Mi avvicino, percepisco il pericolo, mi allontano, mi annoio, mi sento sicuro, mi avvicino di nuovo.
  • Oltre alle ragioni iniziali, di cui parleremo domani, questo ciclo è attivamente ed efficacemente supportato da valori pubblici, in particolare quelli che sono diventati popolari di recente.

Ad esempio, vengono promossi attivamente i principi dell’autosufficienza e dell’indipendenza. Non c’è nulla di sbagliato nell’autosufficienza e nell’indipendenza, sono qualità meravigliose, se moderate, ma idee e scenari sono presentati in modo distorto: dimentica l’opinione del tuo partner e fai quello che vuoi, prendi tutto il denaro della famiglia e spendilo per te stessa, questo è ciò che fa una vera donna, una persona autosufficiente non dovrebbe sentirsi ancorata da nessuno, se vuoi essere felice in amore, sii sempre sfuggente e inaccessibile. Come puoi immaginare, solo quelli che sono così stupidi da non svignarsela o, al contrario, sono orientati agli inseguimenti senza fine, potrebbero avere una relazione con qualcuno del genere.

COMPITO

Analizziamo l’inizio della tua relazione.

Trovi i legami attraenti o minacciosi? Come ti fa sentire la parola “relazione”? In che modo il tuo corpo risponde alla parola “relazione”? Esprimi cosa provi. Qualcosa di caldo e piacevole o irritante e spaventoso? Prova ad ascoltare i tuoi sentimenti il ​​più attentamente possibile.

Cosa ne pensi dello “stare in una relazione”? Significa sicurezza o ansia per te?

E cosa dici del tuo partner? Sta cercando un  punto d’unione o lo sta evitando attivamente? Cosa ne pensi? Sì, potresti non saperlo con certezza, ma puoi sicuramente fare le tue ipotesi e avere le tue impressioni.

Perché stiamo svolgendo questo compito?

Perché, in questo modo, sarai in grado di capire che l’idea di avere una relazione (o più relazioni) può esistere separatamente dal tuo partner specifico e influenzerà la qualità della comunicazione.

Ad esempio, l’idea stessa di una relazione sembra quasi la felicità. In questo caso, il partner potrebbe anche non essere troppo importante. Non importa chi o cosa sia. La cosa principale è la relazione, e viceversa. L’idea stessa di una relazione può sembrare terribile. E all’inizio, il partner potrebbe essere il migliore, ma presto lo faremo impazzire e gli rovineremo la vita, perché questo brivido ci ha trascinato in questa situazione orribile: la relazione.

Se ne hai la forza, puoi procedere subito con il secondo passo di questa analisi.

Cosa ne pensi dell’idea di una “relazione con…” (Inserisci il nome del partner)? Possono sorgere nuovi e diversi tipi di pensiero, e saranno già più incentrati su una persona specifica.

Puoi continuare a lavorare sulla tua tendenza controdipendente tramite il corso apposito. È adatto anche a chi ha una relazione con un partner controdipendente e vorrebbe stabilire e mantenere questa relazione.

Il “programma” ti aspetta nella sezione Corsi.

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